Page 12 - STORIA_della_PRIVACY
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Michele Iaselli e Stefano Gorla, “Storia della Privacy”

alla privazione quando parliamo di vita privata, e questo è in parte dovuto all’enor-
me arricchimento della vita privata apportato dall’individualismo moderno. Tutta-
via appare anche più importante che la moderna esperienza della privacy è alme-
no tanto opposta al dominio sociale (sconosciuto agli antichi che ne consideravano
il contenuto una faccenda privata), quanto lo è alla sfera politica. Il fatto storico
decisivo è che la privacy moderna nella sua funzione più rilevante, quella di proteg-
gere l’intimità, fu scoperta come l’opposto non della sfera politica ma di quella so-
ciale, alla quale è di conseguenza più strettamente e autenticamente connessa”.[5]

Nella sfera sociale, che nella modernità ha soppiantato la sfera politica, si
ha la comparsa del lavoro e della produttività, sottratte all’oscura dimen-
sione domestica e riproduttiva; essi, col tempo, hanno occupato il centro
della scena pubblica. L’homo laborans ha sostituito l’individuo che eccelle
nel discorso e nel coraggio dell’azione, modelli ideali del cittadino greco.
La storia poi ci insegna che, oltre alla riservatezza, l’uomo aveva scoperto e
sviluppato anche il concetto di confidenzialità/segretezza. I messaggi mili-
tari venivano cifrati come quelli amorosi.

La tutela del dato iniziava a prendere forma. Il flusso dei dati, in chiaro, o le
informazioni venivano quindi fatte circolare attraverso un numero ristretto
di persone (tribù, villaggi, famiglie, eserciti).

Ricordiamo il famoso cifrario di Cesare, con il quale crittografava gli ordini
ai suoi generali; il dato non doveva finire in mani ostili o non autorizzate.
Giulio Cesare “proteggeva” la propria corrispondenza personale (da ricor-
dare che Cesare ebbe contatti con i Druidi avvezzi alle scritture segrete)
utilizzando un codice di sostituzione molto semplice, nel quale la lettera
chiara veniva sostituita dalla lettera che la segue di tre posti nell’alfabeto
(per esempio la lettera C dalla F, e così via, fino a sostituire le ultime tre
lettere dell’alfabeto con le prime).

[5]	 H. Arendt, Vita cit  ALEERTXS

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