Page 38 - STORIA_della_PRIVACY
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Michele Iaselli e Stefano Gorla, “Storia della Privacy”

Il Privacy Act lo valorizza attraverso la disposizione che prevede la pubbli-
cazione delle informazioni a riguardo di tutti i sistemi di archiviazione che
contengano dei dati personali, rendendo illecito il mantenimento e la co-
stituzione di sistemi di archiviazione segreti. La conseguenza pratica di
questa disposizione è stata in un primo momento la predisposizione di un
inventario da parte dei diversi enti che ha consentito di evidenziare diverse
situazioni di evidente inefficienza, dovute alla presenza di archivi enormi
che svolgevano sostanzialmente le stesse funzioni.

La riduzione del numero di archivi che in effetti si è verificata negli anni
successivi può essere vista anche come conseguenza di questo principio,
ma non bisogna trascurare che si è verificato un fenomeno di fusione tra
archivi che ha portato alla presenza di un numero inferiore di archivi cen-
tralizzati riguardanti singolarmente un numero maggiore di dati personali.
Questa diversa configurazione non è di per sé foriera di una maggior pro-
tezione, in quanto la concentrazione di dati provenienti da diversi contesti
informativi in un’unica sede aumenta il rischio di uso secondario improprio
dei dati stessi. L’applicazione di questo principio ha comunque perso vigo-
re con gli anni, in quanto le diverse agenzie governative non venivano in-
centivate da un meccanismo che consentisse di controllare e sanzionare il
mancato rispetto di questa disposizione, essendo questo assente nel Pri-
vacy Act.

Ma il quadro normativo statunitense ed anche europeo era destinato a
cambiare a seguito dei noti attentati terroristici dell’11 Settembre 2001,
denominato il “Martedì delle Tenebre”, un attacco in mondovisione, pro-
gettato per avere la massima copertura dei media, in tutto il dispiegarsi del
suo orrore. Nelle ore e nei giorni successivi all’attacco, telespettatori di
ogni parte del globo hanno assistito alle scene di dolore seguite al crollo
delle Torri, ed alle operazioni di salvataggio compiute dal corpo dei vigili
del fuoco newyorkesi, nel tentativo di diminuire il numero delle vittime
sepolte sotto le macerie. Gli occhi di tutti erano puntati sul tragico scenario
della superpotenza statunitense, colpita per la prima volta, dopo l’attacco

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