Page 65 - STORIA_della_PRIVACY
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Michele Iaselli e Stefano Gorla, “Storia della Privacy”
vatezza, che assumono anch’essi un rango di carattere costituzionale e po-
trebbero essere lesi da un esercizio sconsiderato della libertà in questione.
È ovvio che la soluzione vada trovata caso per caso di fronte ad un poten-
ziale conflitto, cercando di tutelare l’interesse ritenuto preminente.
I contenuti creati dagli utenti e resi pubblici attraverso il mezzo telematico,
costituiscono un potenziale veicolo di violazioni degli interessi di terzi e in
questo senso una minaccia per diritti quali l’immagine, l’onore e la reputa-
zione, nonché la riservatezza.
Come messo in risalto da alcuni interpreti, la rete, che per sua natura tende
a connettere individui, formazioni sociali e istituzioni di ogni genere, pone
questioni “inquietanti” in quanto risolvibili solo con nuovi approcci, solu-
zioni mai adottate prima e in taluni casi non ancora individuate.
Con l’approvazione del decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003, il
quadro delle misure di protezione dei dati personali è stato profondamen-
te modificato. I meccanismi di adeguamento previsti renderanno il Codice
meno soggetto all’obsolescenza di fronte all’avanzare delle tecnologie, re-
stando peraltro immune da tecnicismi e mantenendo invece una sufficien-
te generalità e indipendenza da specifiche tecnologie.
Nasce, quindi, una nuova dimensione della privacy che trova le sue radici
già nella nozione, elaborata nell’ambito del Consiglio d’Europa, dalla Con-
venzione n. 108 del 1981 (c.d. Convenzione di Strasburgo) reca un’articola-
ta enunciazione di principi a cui avrebbero dovuto conformarsi le varie le-
gislazioni nazionali, in modo da assicurare il rispetto del diritto alla privacy
degli individui nei confronti di ogni elaborazione automatizzata di dati
concernenti soggetti identificati o identificabili.
Riportiamo un estratto dell’edizione online del New York Times, del 18 .11.
2000, in merito alla storia della privacy.
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