Page 52 - STORIA_della_PRIVACY
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Michele Iaselli e Stefano Gorla, “Storia della Privacy”
fautori e dei detrattori del diritto alla riservatezza.
Sempre negli stessi anni anche le corti di merito, sollecitate da tale dibatti-
to, non hanno poi esitato a far proprie in diversi casi le argomentazioni
della dottrina al fine di rispondere ad un’esigenza di tutela del diritto alla
riservatezza ormai socialmente avvertita. Infine la Corte di Cassazione, seb-
bene inizialmente orientata in senso avverso alla tutela del diritto alla riser-
vatezza si è assestata su una maggiore convergenza fra il modello giuridico
e la reale rilevanza economica, nonché sulle modalità della circolazione dei
dati personali, offrendo una soluzione meno artificiosa di quella derivante
dalla diversa impostazione fedele ai dogmi della non patrimonialità e
dell’indisponibilità dei diritti della personalità. Seguendo l’orientamento
più tradizionale la circolazione delle informazioni avviene infatti sotto le
mentite spoglie di un negozio che ha per oggetto non già il diritto della
personalità, bensì l’atto unilaterale di natura autorizzativa (il consenso
dell’avente diritto) in grado di escludere la responsabilità extracontrattuale
di chi sfrutti economicamente i dati altrui, posto che l’interessato è l’unico
legittimato a trarre qualsiasi utilità dalle informazioni che lo riguardano. La
prima impostazione non pare poi essere smentita dal permanere in capo
all’interessato di tutta una serie di diritti, tra cui spicca in particolare il dirit-
to di opposizione, tali da riconoscere al cedente un potere di controllo
sulla sorte dei dati ed addirittura un diritto di recesso.
Nello specifico le prime pronunce di violazione, risalenti agli anni ‘50, furo-
no occasionate da opere cinematografiche e pubblicazioni relative a vicen-
de personali di personaggi noti, che portarono gli interessati ad invocare il
diritto alla riservatezza di fronte ai giudici.
Tra i provvedimenti di maggiore importanza si ricorda la sentenza emessa
dalla Cassazione, nel 1963[26]. Il settimanale “Tempo”, in una serie di artico-
li, aveva pubblicato diversi particolari sulla vita intima dell’amante del Duce,
[26] Cass. Civ. 20 aprile 1963 n. 990
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