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Michele Iaselli e Stefano Gorla, “Storia della Privacy”

Capitolo 4
La privacy in Italia e l’impulso comunitario

In Italia, contemporaneamente, si sviluppa un percorso portato avanti da
Adolfo Ravà[22], docente di Filosofia del diritto. Egli compie uno studio che,
pur inserendosi nella discussione che aveva vita in quegli anni in Germania,
si svolge in maniera autonoma. Ravà, infatti, partendo da un’analisi del
Tractatus de potestate in seipsum di Baldassarre Gomez de Amescua, giu-
rista spagnolo del XVI secolo, coniuga filosofia e diritto per individuare la
personalità giuridica come “diritto sulla propria persona”, in linea con le
costruzioni sistematiche ideate dagli autori tedeschi, da cui però elimina il
diritto d’autore, quello d’inventore, quelli sul nome, sulla ditta, sugli stem-
mi e sul marchio, per poi avviare un’attenta rilettura critica della categoria.
Molti anni più tardi sarà lo stesso Ravà ad individuare, tra i diritti della
personalità, un diritto che emerge dal raffronto per analogia legis di diver-
se norme: il c.d. diritto alla riservatezza.[23]

[22]	 A. Ravà, I diritti sulla propria persona nella scienza e nella filosofia del
diritto, Torino, 1901
[23]	 A. Ravà, Istituzioni di diritto privato, Padova, 1938

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