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Michele Iaselli e Stefano Gorla, “Storia della Privacy”
na di mia moglie non può continuare”. I due avvocati si ritrovarono quindi a
riflettere su quali informazioni riguardanti la vita personale di un individuo
dovessero essere di pubblico dominio e quali, invece, meritassero una tu-
tela dalla curiosa invadenza altrui. Guardando alla stampa a rotativa, veloce
ed efficiente metodo di diffusione delle notizie, come ad un’innovazione
tecnologica che aveva il potere di modificare profondamente l’impatto di
esse sulla società, Brandeis e Warren iniziarono ad interessarsi ad una serie
di casi in cui le invenzioni del loro tempo, come la fotografia, potevano dar
luogo a tutta una serie di violazioni della riservatezza dell’individuo, disse-
minando dettagli e particolari sulla vita privata di ognuno. Ne venne fuori
un saggio, The right of privacy che ebbe il merito di dar inizio ad una siste-
matica discussione sul concetto stesso di privacy. I due avvocati insistettero
sulla necessità che l’ordinamento giuridico proteggesse questo “nuovo”
diritto della persona, the right of privacy, definito nel loro saggio come “the
right to be let alone”.[9]
Due anni prima, nel 1888, il giudice Thomas Cooley scrisse un saggio sugli
illeciti extracontrattuali, in cui esaminò il diritto alla privacy come funziona-
le alla sicurezza personale.
Siamo negli Stati Uniti di fine XIX secolo, in un’America che cambia volto
molto rapidamente, mutando la sua struttura politica ed economica, ma
anche sociale. È l’epoca successiva alla Guerra Civile, che aveva distrutto e
diviso, facendo fare agli Stati Uniti un repentino balzo verso la modernità.
L’industrializzazione prende piede, e cambia l’assetto topografico della
vecchia America contadina: le piccole comunità nate attorno alla proprietà
terriera non rispondono più alle esigenze di una nuova classe sociale ope-
raia, che lavora nelle fabbriche ed ha bisogno di vivere in città. Non più la
quotidianità basata su rapporti di parentela o di vicinato, grazie ai quali
ogni esperienza è condivisa ed ogni sapere è collettivo, ma grandi città e
[9] “Diritto di essere lasciati soli”
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